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Lo spiritismo e l'E.V.P.

 

La tecnologia moderna ha rivoluzionato la sperimentazione della comunicazione con il mondo dell'Aldilà offrendo occasioni meno passibili di soggettività interpretativa da parte degli sperimentatori.

 

Fiedrich Jurgenson, pioniere della sperimentazione EVP

E' il caso delle inspiegabili registrazioni di voci attribuite alla manifestazione dei defunti, denominato E.V.P: o "Electronic Voice Phenomena", che è possibile rilevare con un normale registratore a nastro.
La ricerca sul caso E.V.P. ha inizio nel 1959, quando Friedrich Jurgenson, cantante e regista svedese di professione, si accorse che sui nastri delle sue registrazioni eseguite in studio venivano rilevate inspiegabilmente delle voci sconosciute che non erano state prodotte durante l'esecuzione delle stesse registrazioni.
La stessa cosa continuò ad accadergli quando, nella sua casa di campagna, riascoltava i nastri dopo aver registrato il canto degli uccelli nei boschi.
Jurgenson non aveva alcuna spiegazione per il fenomeno. Incuriosito prese a ascoltarle con più attenzione e a catalogarle. Le voci affermavano di appartenere a defunti che cercavano di comunicare con il mondo dei vivi. Una di queste voci gli suggerì addirittura di migliorare la qualità delle registrazioni ponendo accanto al registratore un apparacchio radio acceso e sintonizzato su precise lunghezze d'onda prive di segnale che fornissero una base di "rumore bianco" di fondo. Dopo quattro anni Jurgenson realizzò una cospicua banca dati relativa a moltissime voci raccolte nel corso delle sue registrazioni. Le voci appartenevano a vari linguaggi che si mescolavano stranamente per costruire intere frasi.

Constantin Raudive

Nel 1965, Costantin Raudive, scrittore e giornalista lettone che aveva riparato in Svezia nel 1945 fuggendo all'invasione russa, ebbe l'occasione di incontrare lo Jurgenson che gli parlò delle sue esperienze con le misteriose voci. Incuriosito del fenomeno Costantin Raudive volle ripetere gli esperimenti per approfondire l'argomento.
In pochi anni raccolse, utilizzando apparecchiature più sofisticate, un data base costituito da circa centomila frasi prodotte dalle voci.
Constatò che le voci parlavano a frasi spezzate, con bisbigli, a ritmo serrato, alle volte in maniera compressa e quasi sempre con errori di desinenze. Differivano dalle voci umane per la loro cadenza inusuale e perchè mescolavano nelle stesse frasi parole appartenenti a più lingue.
Le voci, di uomini, di donne e di bambini, venivano fissate su nastri nuovi e riudibili a volontà. Esse erano in grado di rispondere a precise domande e potevano essere registrate alle volte anche in sua assenza, lasciando attivo per conto suo il registratore.
I messaggi raramente superavano le 10-12 parole e venivano interpretate con notevole difficoltà poichè bisognava identificare la lingua usata in ciascun segmento della frase e poi ricorrere a più dizionari.
Alle volte la conversazione era piuttosto singolare. Una volta una di queste voci affermò: "Stai ascoltando un morto. Qui, i morti, ma noi viviamo". Altre volte le voci dicevano cose inesplicabili: "Il nostro posto si chiama Bergoga" oppure: "Qui si chiama Nonsburde"... " Noi voliamo attraverso l'aria"... "Siamo sulla nave".
Spesso le voci usavano le parole "radar" e "stazione" e curiosamente quando li si interrogava in maniera più approfondita sulla dimensione da cui provenivano rispondevano: "Non ci è permesso dire" oppure rispondevano con un secco "Proibito".

 



 

I METODI DI REGISTRAZIONE DEGLI E.V.P.

 

Proponiamo qui di seguito i parametri di laboratorio per eseguire delle semplici registrazioni, secondo i metodi adottati rispettivamente dallo Jurgenson e dal Raudive.

 

 

LE TECNICHE DI REGISTRAZIONE SECONDO L'AMERICAN ASSOCIATION E.V.P.

 

 

Negli USA esistono numerose associazioni che si occupano della registrazione della manifestazione EVP. Una delle più attive, la "American Association EVP" propone un suo protocollo tecnico da attuare per la registrazione delle voci psicofoniche.
Il suo protocollo prevede:

 

 

LE TECNICHE DI DI UTILIZZO DELLA CAPTAZIONE TELEVISIVA

 

Ulteriori esperimenti sull'applicazione tecnologica nella comunicazione con il mondo dell'Aldilà sono rappresentati dall'utilizzo della televisione.
Alcuni ricercatori statunitensi che hanno operato in questo campo di ricerca propongono di accendere il monoscopio e di lasciarlo sintonizzato su una frequenza non occupata da alcuna stazione emittente, ovvero ancora una volta sul rumore bianco dato dallo schermo del televisore.
Si procede ad una richiesta evocativa e quindi si attende che compaiano le immagini dei defunti.
La prassi più usata riguarda la ricerca sulle apparizioni spontanee delle immagini sul monoscopio. In questo caso viene attivato un videoregistatore per tutto il tempo che viene destinato alla registrazione. Poi successivamente il nastro registrato viene analizzato con un software che è in grado di rivelare la presenza delle immagini che si formano nel "rumore bianco" del nastro stesso.

 



 

Dal libro di Giancarlo Barbadoro "Antropologia dello spiritismo", Edizioni Triskel, Torino 2005